{"id":1391,"date":"2017-11-07T08:49:20","date_gmt":"2017-11-07T08:49:20","guid":{"rendered":"https:\/\/www.neurologiaroma.it\/?p=1391"},"modified":"2022-10-28T09:30:36","modified_gmt":"2022-10-28T09:30:36","slug":"ansia-e-depressione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.neurologiaroma.it\/neuropsicologia\/1391\/ansia-e-depressione\/","title":{"rendered":"Ansia e Depressione"},"content":{"rendered":"

Ansia e<\/strong> depressione<\/strong> sono disturbi molto diffusi tra la popolazione generale. Sembra, infatti, che ne soffra dal 10% al 15% della popolazione, con una frequenza maggiore tra le donne.<\/p>\n

Il disturbo depressivo<\/strong> pu\u00f2 esordire ad ogni et\u00e0, con un\u2019et\u00e0 media di esordio intorno ai 25 anni. Alcuni hanno episodi di depressione<\/strong> isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno gruppi di episodi, e altri ancora hanno episodi sempre pi\u00f9 frequenti con l\u2019aumentare dell\u2019et\u00e0. Alcuni dati suggeriscono che i periodi di remissione generalmente durano pi\u00f9 a lungo all\u2019inizio del decorso del disturbo e che il numero di episodi precedenti predice la probabilit\u00e0 di sviluppare un successivo episodio depressivo<\/strong>.<\/p>\n

Tra le possibili cause della depressione<\/strong> sono stati evidenziati fattori di tipo psicosociale, ma anche di tipo genetico e biologico. Gli episodi spesso seguono un evento psicosociale stressante, come la morte di una persona cara, il divorzio, il trasferimento, la nascita di un figlio ecc.<\/p>\n

Nella \u00a0depressione<\/strong> si hanno anche modificazioni a livello biologico, nella regolazione di alcune sostanze come neurotrasmettitori e ormoni. Inoltre, fino al 20%-25% degli individui con certe condizioni mediche generali (per es., diabete, infarto del miocardio, tumori, ictus) svilupperanno la depressione<\/strong> nel corso del tempo.<\/p>\n

D\u2019altra parte, il trattamento della condizione medica generale \u00e8 pi\u00f9 complesso, e la prognosi \u00e8 meno favorevole, se \u00e8 presente il disturbo depressivo<\/strong>. Vi \u00e8 quindi una interrelazione reciproca tra malattia organica e umore depresso<\/strong>.<\/p>\n

Soffrire di depressione non significa semplicemente essere tristi ogni tanto, ma trovarsi in una condizione di persistente e severo abbattimento, al quale si \u00e8 incapaci di reagire, indipendentemente dalla propria volont\u00e0, dalle condizioni di vita oggettive e dalla presenza di persone che cercano di essere vicine.<\/p>\n

Spesso i parenti spronano chi manifesta i sintomi della depressione<\/strong> a reagire, a sforzarsi. Questo avviene ovviamente in buona fede, senza rendersi conto che ci\u00f2 tende a far sentire chi ne soffre ancora pi\u00f9 incolpa.<\/p>\n

In origine si postulavano due meccanismi patogenetici diversi (endogeno e psicogeno) a cui corrispondevano diversi livelli di gravit\u00e0 del quadro clinico:<\/p>\n

Depressione psicotica<\/strong> caratterizzata da alterazione della coscienza di realt\u00e0, assenza di consapevolezza di malattia, presenza di deliri strutturati, di allucinazioni, incoerenza e allentamento dei nessi associativi.<\/p>\n

Depressione nevrotica<\/strong> (\u201cnevrosi depressiva\u201d, \u201creazione depressiva psiconevrotica\u201d, \u201cdepressione nevrotico-reattiva\u201d): quadri depressivi con sintomatologia attenuata, talora associati a particolari costellazioni sintomatologiche: irritabilit\u00e0, reattivit\u00e0, fluttuazioni dell\u2019umore in rapporta mutamenti della condizione esterna, ed associata ad ansia. In questo quadro rientravano anche forme ad esordio precoce, con sintomatologia attenuata e decorso cronico (\u201cdepressione caratterologica\u201ddi Akiskal)<\/p>\n

Attualmente, questa suddivisione \u00e8 stata abbandonata e sostituita da:<\/p>\n

DSM-IV TR <\/strong>(Diagnostic and Statistical Manual<\/strong> of Mental Disorders, IV,\u00a0 Text Revision<\/strong>):<\/p>\n